IVAN COTRONEO

Il talento di essere liberi

Ivan Cotroneo è un apolide della creatività, perennemente in viaggio tra cinema, televisione e letteratura per raccontare ogni storia con il linguaggio che le appartiene. Traduce autori cult come Hanif Kureishi e Michael Cunningham, dirige film e serie tv di successo, scrive libri e sceneggiature per il grande e piccolo schermo, ma ha ancora tante esperienze da attraversare, “se glielo lasciano fare”. Il suo ultimo film Un bacio, dopo il successo in patria, sta per arrivare nelle sale di molti paesi europei, degli Stati Uniti, dell’Australia e della Nuova Zelanda per ricordare a tutti che la diversità, e non solo quella di genere, è un valore che va rivendicato “per essere felici”.


Ivan Cotroneo is a stateless creative mind on an ongoing journey in film, Tv and literature to tell stories through the right media. He has translated the works of authors such as Hanif Kureishi and Michael Cunningham, and directed successful films for TV and cinema. He has also written books and screenplays but is eager to try new things out “if they let him”. His last movie Un bacio, after a successful run in Italy is set to hit the screens in many European countries, in the States, Australia and New Zealand in order to remind everyone that diversity is indeed a value one must claim to “be happy”.

La messa in scena è fondamentale anche per quello che non si vede, per raggiungere un senso, un sentimento, di naturalezza e di assenza di artificio. Cotroneo ama nascondere il suo lavoro, nascondere la messa in scena, spesso lavora su scene, fotografia, costumi, trucco e acconciature in modo da restituire un’immagine il più possibile naturale, ma è appunto un lavoro di costruzione. Qualsiasi cosa finisca sotto l’occhio della macchina da presa, dentro un obiettivo, non è più neutra, perde naturalezza. Il lavoro è fargliela riacquistare con l’artificio. Come per le battute di un film, diventano naturali, attraverso il talento dell’attore, quando si sono fatte proprie. Il regista sul set è piuttosto ossessivo in questo, e le persone che lavorano con lui, che gli regalano “il loro grande talento per contribuire a questa visione”, lo sanno e lo seguono in questa idea.


The set design is fundamental also for what you don’t see, to give a sense of realness against artifice. Cotroneo likes hiding his work, he often works on set designs, photography, costumes, make up and hair in order to give the audience a natural image, but then again it is all artifice. Anything that goes in front of the camera looses some of its candor and naturalness. The real work is making it seem natural through artifice. That’s the actors’ job who make the lines of the script their own. He is very obsessive on set and the people who work with him and lend him “their talent” are aware of this and thus follow his direction.

Il suo ultimo film, Un bacio, è un manifesto contro omofobia e bullismo ma soprattutto un inno alla libertà di essere se stessi.

“Personalmente – afferma il regista – credo che partire dalla considerazione – ovvia, ma spesso trascurata – che gli altri hanno pochissime armi per conoscerci, e quindi i loro giudizi sono giocoforza superficiali e fallaci, sia un buon inizio. Passiamo le nostre vite a cercare di capire qualcosa di noi, a cercare di capire chi siamo, e siamo tutti persone complesse, articolate, bizzarre, difficilmente etichettabili. Bisognerebbe pensare che gli altri ci vedono male, e che noi siamo gli unici giudici, precari e inaffidabili ma comunque più credibili degli altri, di noi stessi”.


His last film, Un bacio, is a manifesto against homophobia and bullying but most of all a hymn to freedom and being yourself.

“Personally if you think about it, people always have preconceived notions about you because they don’t really know you. That’s a good point to start from. We spend so much time, often a lifetime, to try and understand who we really are, and we are all very bizarre, complex individuals, difficult to label. You should consider the fact that others seldom have a biased opinion about us but we are, however unreliable and precarious we may be, the best judges of ourselves”, said the director.